Malasanità e avvoltoi, è guerra medici-avvocati
Comunicato Ansa
Ormai è guerra totale tra medici e avvocati, tra reciproche accuse di speculare e di gettare ombre negative sulle rispettive categorie. Una battaglia a colpi di spot, iniziata a dire il vero con messaggi pubblicitari che invitavano i cittadini a rivolgersi a professionisti per denunciare presunti casi di malasanità, in radio e in Tv già dalla fine del 2013. E dopo il sollevamento di tutte i sindacati dei camici bianchi, con appelli anche al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per fare rimuovere quegli spot, è arrivata la controffensiva dei camici bianchi, con il lancio sul web dello spot “Medici, pazienti e avvoltoi” realizzato da Amami (Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente) con il patrocinio del ministero della Salute e l’adesione di 25 associazioni scientifiche e sindacali.
E così adesso sono gli avvocati ad annunciare una formale diffida ad Amami per ottenere il ritiro del loro spot perché, ha spiegato il Consiglio nazionale forense “è di assoluta evidenza la volgarità dell’operazione diffamatoria, genericamente compiuta ai danni di una intera categoria, altamente lesiva della dignità di una professione deputata costituzionalmente alla difesa dei diritti dei cittadini”. Anche per i penalisti si tratta di uno spot poco intelligente con un altro ancor piu’ stupido ed anche volgare, in una gara al ribasso tra medici-macellai ed avvocati-avvoltoi che sembra la fiera delle stupidita’.
Ma sono i medici italiani a sentirsi “prede, vittime di un’aggressione a 360 gradi, fatta di spot televisivi e annunci radio” spiegava Maurizio Maggiorotti, presidente Amami, sottolineando che quella dei camici bianchi “non e’ un’iniziativa contro qualcuno ma per qualcosa, per un cambiamento di cultura a favore di una sanità che non sia vittima del contenzioso esasperato e strumentale, e dove il medico sia messo in condizione di fare il suo lavoro nel migliore dei modi possibile”.
Secondo l’associazione “ogni anno sono 30mila le denunce contro i medici in Italia e solo uno su cento risulta colpevole”. Solo a Roma negli ultimi dieci anni sono stati 3000 i procedimenti penali per presunti casi di malasanita’, che coinvolgono nel complesso circa 2000 tra medici e personale sanitario, concludendosi pero’ solo nell’1% dei casi con la condanna
Per i legali invece i numeri sono “spesso citati in maniera parziale”: “Se e’ vero – spiega Francesco Lauri, presidente di Osservatorio Sanità, associazione di avvocati che difende cittadini vittime di danni da errate prestazioni mediche – che le cause contro i medici in circa il 90% dei casi, si risolvono con un’archiviazione o un’assoluzione, e’ altrettanto vero che oltre il 70% delle azioni intentate in ambito civile si conclude con una sentenza di risarcimento in favore del paziente”. Senza contare, aggiunge, che “dietro ogni condanna c’e’ sempre il parere dei Consulenti Tecnici d’Ufficio, ovvero medici chiamati a giudicare propri colleghi”. Il problema della sanita’ – conclude – non e’ tanto il boom delle denunce, calate del 7%, ma “la mancanza di una corretta strategia di prevenzione, che mette a rischio la salute e dei pazienti e la professionalita’ dei medici”.